Cavese: dall’uovo di Pasqua vengono fuori ben tre esoneri

La nona sconfitta consecutiva – undicesima della gestione Campilongo – causa l’ennesimo scossone tecnico in casa Cavese

La Cavese ha reso noto di aver sollevato dai rispettivi incarichi l’allenatore Sasà Campilongo, il direttore sportivo Francesco Lamazza e il responsabile dell’area tecnica Antonio Schetter. Fulmine a ciel sereno, dunque, per la società biancoblu proprio nel giorno di Pasqua. Dall’uovo di Pasqua una sorpresa amara per i tre tesserati, chiamati a fine dicembre da patron Santoriello per provare a risollevare le sorti della squadra.

Le buone intenzioni sono rimaste tuttavia sulla carta. La nuova gestione tecnica, avviata a sorpresa a fine 2020, non ha dato alcuna svolta. Lo score finale recita: 2 vittorie, 2 pareggi e 11 sconfitte, di cui ben 9 consecutive per la Cavese. Che a gennaio aveva massicciamente operato in sede di calciomercato, apportando una lunga serie di correttivi in una rosa fino ad allora apparsa troppo acerba per la categoria.

La netta impennata nel dato dell’età media – e quindi della componente “esperienza” – non è coincisa con l’inversione di tendenza nel rendimento e nei punti. La media della gestione Campilongo è di 0.53 punti a partita, a dispetto di 0.55 per Giacomo Modica e 0.50 per Vincenzo Maiuri. Con la differenza, tutt’altro che irrilevante, di aver potuto disporre da gennaio di un nutrito gruppo di calciatori più esperti rispetto a quelli impiegati nel girone d’andata.

Il ritorno di Maiuri

Il ciclone Covid ha inferto in seguito il colpo di grazia in una stagione che sembra volgere verso la retrocessione diretta in Serie D. Da domani tornerà alla guida della squadra il tecnico Maiuri, sostituito il 28 dicembre scorso dopo pochissime partite. Una scelta che potrebbe essere inquadrata solo nell’ottica di un ultimissimo scossone da dare alla squadra, che ha ormai da tempo visto svanire il feeling con i tifosi. Al momento, però, l’aritmetica non ha emesso il suo verdetto di condanna definitiva. Per tutti, dunque, c’è l’obbligo morale di provarci fino alla fine.

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